Carte prepagate senza IBAN: quando convengono?

Carte prepagate senza IBAN: quando convengono?

Una carta ricaricabile prepagata può essere dotata di codice IBAN, quindi funzionare come una sorta di conto corrente virtuale su cui fare e ricevere bonifici, oppure non averlo ma essere altrettanto valida. Di solito, le prepagate che non hanno l’IBAN sono prive di canoni fissi e risultano comunque ottime per fare acquisti online. Per trovare alcune tra le migliori in circolazione, è possibile visitare il sito miglioricarteprepagate.com.

Alcune carte prepagate hanno il vantaggio di poter essere sfruttate anche da chi sia protestato o minorenne e, oltre all’importo della ricarica possono prevedere una piccola commissione, solitamente non più alta di qualche euro. I circuiti che le emettono sono diversi, alcuni anche molto noti e le opzioni del plafond di sicuro interesse.

limiti di prelievo (che può essere effettuato sia da bancomat che direttamente in filiale) sono compresi tra i 500 e i 2500 euro a settimana e lo stesso vale per ciò che concerne le spese e i limiti di ricarica. Non si tratta di cifre importanti, proprio perché l’uso previsto è limitato ai piccoli acquisti. Ad oggi, però, esistono carte prepagate con codice IBAN che risultano persino più convenienti, a livello di spese fisse, soprattutto se collegate a un conto bancario da cui ricevere le ricariche a costo zero. Lo stesso discorso vale per quelle slegate dagli ordinari conti bancari, ma con un codice IBAN che comunque lo simula totalmente nelle sue funzionalità. Non c’è quindi una regola prestabilita, in tal senso, e molti giovani preferiscono queste ultime perché possono avere l’accredito di stipendi anche saltuari senza problemi.

Un esempio di carta prepagata senza codice IBAN associato è la Postepay, rilasciata da Poste Italiane. In questo caso specifico, oltre a essere presenti limitazioni sull’età minima, ritroviamo comunque le stesse caratteristiche di molte altre carte simili, inclusa la piccola spesa di emissione. Utilizzabili anche all’estero, tali prepagate possono essere più di una per un massimo di 5 o 6.

Tra le differenze più evidenti con le normali carte di credito, le prepagate (con o senza IBAN) non hanno i numeri stampigliati in rilievo e possiedono un codice PIN che si deve necessariamente digitare per poter procedere con l’acquisto. Prima di scegliere una carta prepagata, bisognerebbe sempre valutare elementi che riguardino non solo la convenienza del momento, ma anche l’utilizzo che si intende farne a lungo termine. Se, come accennato, si tratta di giovanissimi che sono ancora impegnati negli studi, una prepagata senza IBAN potrebbe essere sufficiente per fare piccoli acquisti senza timore di “sforare” sul credito disponibile: qualora si tenti un acquisto superiore alla ricarica effettuata, infatti, una carta non collegata al conto non permette operazioni e questo può rappresentare un vantaggio notevole, se non si è sicuri dell’importo ricaricato.

Per quanto concerne la sicurezza, anche una carta ricaricabile può essere bloccata in caso di movimenti sospetti o smarrimento, solitamente attraverso un numero verde dedicato. Il grosso vantaggio è che, proprio per la loro natura di prepagate, queste carte non possono (o perlomeno non dovrebbero) contenere importi notevoli e, soprattutto, non c’è alcun rischio che un conto collegato possa essere prosciugato. Infine, sono anche una valida alternativa alla normale carta di credito quando si viaggia e si voglia poter usufruire di una determinata cifra senza pensieri e con l’opportunità di ricaricare in qualunque momento lo si desideri.

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