Carta ricaricabile anonima: esiste davvero? E come si ottiene?

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Lo scenario degli strumenti finanziari è un contesto in continua evoluzione caratterizzato da dettagli e peculiarità talvolta inimmaginabili. Oggi come oggi, il segreto bancario sta diventando un qualcosa di effimero che spinge numerosi risparmiatori ad optare per soluzioni alternative. Se un tempo ciò non era possibile, attualmente lo è eccome, soprattutto se riguarda l’apertura di una carta ricaricabile anonima. L’esigenza di voler tutelare maggiormente la propria privacy ha spinto diverse realtà del settore verso la creazione di questo espediente che, a seconda dell’emittente, mostra delle caratteristiche ben precise nel pieno rispetto delle attuali normative vigenti.

Carta ricaricabile anonima: cos’è e come si ottiene

Un carta ricaricabile anonima, per essere ritenuta tale, non deve riportare il nome dell’intestatario o eventuali dati che possano ricondurre ad esso. Fino a qualche anno fa, Poste Italiane consentiva la sottoscrizione di un prodotto denominato PostePay Twin. Un bundle contenente una PostePay standard e una anonima. Aveva un costo di una tantum pari a 8 euro e permetteva, alla carta anonima, di ricevere i soldi solo attraverso quella principale. Inoltre, c’erano altri limiti legati alla spesa annuale – oltre a una tracciabilità comunque manifesta, per via della carta principale – che non garantivano del tutto l’anonimato. A partire dal 2017, questo prodotto è stato abolito su disposizione di una direttiva legata all’antiriciclaggio.

Perciò, appare evidente che una carta ricaricabile anonima, in Italia, non si possa ottenere affatto. A meno che uno non valuti l’acquisto delle carte usa e getta al portatore. Strumenti dotati di un importo precaricato e con una scadenza predefinita, acquistabili presso le tabaccherie o nei centri commerciali. Oppure, c’è la proposta di Intesa Sanpaolo con la nuova versione usa e getta della carta Superflash: costo di emissione pari a 10 euro e ricarica massima, entro la sua durata, di 250 euro.  Stesso discorso per Banca Sella, attraverso una Sella Money usa e getta che costa 5 euro e permette di ricaricare fino a 500 euro. Per richiederle, occorre andare in filiale e richiedere il prodotto specifico.

Carta ricaricabile anonima estera                                                          

Per ottenere una carta ricaricabile anonima priva di limitazioni, bisogna rivolgersi all’estero. Swiss Bankers, ad esempio, fornisce uno strumento del genere con un taglio di ricarica minimo fissato sui 100 euro – o franchi o dollari, in alternativa. Tra l’altro, si appoggia sul circuito Mastercard dando l’opportunità di fare acquisti in tutto il mondo. Un’altra soluzione in tal senso da non sottovalutare proviene da Viabuy, la cui emissione è legata al Regno Unito. Sebbene sia una carta nominativa, le sue peculiarità garantiscono una buona tutela dell’anonimato. E che, nello specifico, sono emissione, per l’appunto, estera e zero controlli su storico bancario solvibilità e reddito dimostrabile. Una soluzione pratica e conveniente attivabile sul sito ufficiale dell’istituto.

Per quanto riguarda la privacy, e la relativa salvaguardia, sia importante, una carta ricaricabile anonima presenta numerosi svantaggi operativi. Costi di emissione elevati e plafond risicati non ne agevolano l’utilizzo, compromettendo persino quegli acquisti importanti che si desidera fare in un preciso momento. Insomma, prima di procedere con un’attivazione di questo tipo, occorre ragionare con cautela sulle proprie intenzioni.

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