Conti correnti: scopriamo se i costi di gestione sono aumentati nel 2018

Conti correnti: scopriamo se i costi di gestione sono aumentati nel 2018

I conti correnti cambiano periodicamente i costi di gestione, e nel corso del 2018 sono aumentati, fino ad arrivare anche al 6 %, sopratutto in istituti come Unicredit, l’Intesa San Paolo, la Bnl, etc. Altri istituti di credito, come le Poste Italiane, invece, hanno mantenuto inalterati i costi. A vedere le loro spese aumentate, sono state sopratutto le famiglie e i giovani.

L’aumento dei costi

Nell’ultimo anno, la gestione dei conti correnti è aumentata di quasi ottanta euro, nel 2017, in base alle indagini della Banca d’Italia. Nel dettaglio, sono aumentati le spese fisse del canone anno e delle carte di credito e debito. Le spese variabili, invece, sono rimasti pressoché gli stessi, mentre si sono abbassate le spese riguardo a servizi residuali.

Anche i servizi come i bonifici o i prelievi, sia alle filiali che online, sono aumentati. Nel primo caso, i bonifici effettuati sono arrivati fino al 7 %, mentre quelli via internet fino al 9 %. Per quanto riguarda i prelievi, le commissioni sono state rialzate, in media, di due euro.

Non è da sottovalutare nemmeno la commissione d’istruttoria, ovvero la commissione applicati per chi supera il limite di prelievi previsto dal conto, e che può arrivare a 75 euro, presso alcune banche.

Le spese bancarie per la famiglie italiane, secondo il Corriere della Sera, sono aumentate nel giro di tre mesi, da una media di 138 euro del giugno 2018 sono arrivati fino a 141,6 nel settembre del medesimo anno, secondo i dati di dieci istituti bancari presi in esame.

Sembra che i conti correnti online siano sempre vantaggiosi, per quanto riguarda le spese di gestione, ma anche i loro costi sono aumentati, sopratutto per quanto riguarda i versamenti.

I tipi di conto corrente

Chi vuole aprire un conto, deve tenere presenti i costi di gestioni, esaminandone le varie tipologie. Partendo dal conto corrente di base, offerto da tutte le banche, in modo che gli utenti possono avere accesso ai vari servizi di base. Questo tipo di conto non ha costi di apertura, né un canone annuo, ma può effettuare solo un certo numero di operazioni annuali, ma i suoi servizi non comprendono l’uso di assegni, carte di credito, o richiedere finanziamenti o deposito titoli. Tuttavia, i correntisti che hanno un reddito ISEE che non supera gli ottomila euro all’anno, o i pensionati che non ricevono più di 18,000 euro all’anno, non devono pagare le imposte di bollo.

Tra gli altri tipi di conti, si possono includere:

  • il conto corrente ordinario, del quale ne esistono, a loro volta, quattro tipologie, ovvero a costo fisso, a consumo, con franchigia o a pacchetto;
  • il conto corrente online, che non ha né costi di apertura né canoni annuali, offrendo operazioni illimitate e carte di credito e debito;
  • il conto di deposito, la cui unica funzione è versare o prelevare del denaro, lasciando maturare gli interessi.

I conti correnti più convenienti

Nel corso dell’ultimo anno, in base agli aumenti citati, online sono state redatte varie listi dei conti correnti più convenienti, messi a disposizione di vari istituti di credito.

Uno di questi è il conto corrente Arancio, proposto da ING, che si può aprire sia nelle filiali della banca che tramite via telematica, i cui costi comprendono solo i ventiquattro euro della carta di credito, i cinque euro dell’estratto conto cartaceo, che è comunque facoltativo, ed 1,50 per i alcuni tipi di bollettini.

Per chi preferisce ricorrere ad un conto online, può ricorrere al CheBanca IT, che non richiede nessun canone o imposta di bolla annuale, la carta di debito è gratuita e i suoi prelievi non richiedono commissioni, e permette di effettuare illimitate operazioni, del tutto gratuite.

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