Il pagamento in ritardo delle rate di un mutuo, di un prestito o di un leasing comporta l’inadempienza nei confronti del soggetto finanziatore e può portare alla risoluzione unilaterale del contratto, concedendo all’istituto finanziario il diritto di chiedere la restituzione immediata del capitale residuo, tramite i mezzi messi a disposizione dalla legge (atti ingiuntivi e pignoramenti). E’ importante però sottolineare che, nonostante la legge autorizzi le banche e gli istituti finanziari ad agire immediatamente dopo il mancato pagamento di una rata, normalmente si attendono periodi relativamente lunghi (anche sei mesi) prima di agire, nel tentativo di dare al debitore la possibilità di sistemare la propria situazione economica e non aggravare eccessivamente la situazione.
Difficoltà per banche e società
Anche per le banche, infatti, agire per recuperare il credito è un’operazione che comporta dei costi notevoli che si tende a voler evitare. Di contro, una volta che il procedimento sarà attivato, bisogna aspettarsi dei conti molto salati al termine della causa legale, in quanto saranno completamente a carico del debitore. E’ per questo che, in caso di mutuo immobiliare, l’ipoteca sull’immobile viene normalmente iscritta per un valore doppio rispetto all’importo del mutuo erogato. In caso di un mutuo o di un finanziamento, quindi, l’istituto finanziario potrà chiederci la restituzione di tutto il capitale non ancora restituito in un’unica soluzione. Nel caso non si fosse in grado di adempiere alla richiesta (legittimamente avanzata) il soggetto erogante sarà autorizzato a procedere legalmente (con la vendita all’asta del bene immobile, nel caso in cui il contratto in questione sia il mutuo casa e sulla stessa gravi un’ipoteca).
Restituzione del bene in caso di leasing
Nel caso di leasing, la società chiederà la restituzione del bene oggetto del contratto (per esempio l’automobile) e tutti i canoni fino ad allora pagati verranno persi e non potranno essere chiesti in rimborso. Oltre alle evidenti conseguenze legali, l’ente finanziario è autorizzato a chiedere il pagamento di una penale aggiuntiva sugli interessi e procederà con la segnalazione del nominativo presso la Centrale Rischi e le Banche Dati Italiane (CRIF, CTC, EXPERIAN) iscrivendolo nell’elenco dei cattivi pagatori. Ne consegue un pesante peggioramento della propria affidabilità creditizia presso un qualsiasi altro ente finanziatore (istituti finanziari, banche) con conseguente difficoltà ad ottenere nuovi finanziamenti. E’ infatti improbabile che, una volta richiesta la restituzione del capitale, altri enti finanziatori possano provvedere con facilità ad erogare un prestito sufficiente a coprire il debito creatosi. Per poter risanare la propria posizione è necessario saldare quanto prima le rate arretrate e richiedere la cancellazione dai registri.