Caparra penitenziale: ecco cos’è e quando si fa riferimento ed essa

Caparra penitenziale

Nei contratti di compravendita di un immobile o di un qualsiasi locale, è possibile che venga richiesta nel contratto la caparra penitenziale. Essa è una clausola che mette in condizioni di avere una maggiore sicurezza, da una delle due parti, per la vendita di un bene. Oggi la vediamo addirittura come richiesta quando si parla di auto oppure di altri beni che sono più a buon mercato di un immobile.

Occorre però differenziarla da quella che è la caparra per acquisto perché altrimenti c’è il rischio di non capirci nulla e firmare un contratto che non è chiaro.

Essa è necessaria?

Ci sono due parti interessate in una compravendita, cioè quella che vende e quella che acquista. Il primo, cioè colui che è interessato all’acquisto può provare effettivamente una forte interesse per un immobile, ma magari ha bisogno di fare una serie di procedure per chiedere il mutuo. Il problema è che dall’altra parte, cioè colui che deve vendere, ha magari altri acquirenti interessati.

Nonostante un utente sia interessato a comprare, deve prendere in considerazione che dall’altra parte non è che si trova una persona che può aspettare. Data poi la propria parola, se il mutuo non passa, il venditore si trova ad avere comunque perso molto tempo.

Ecco come mai il venditore potrebbe richiedere una caparra penitenziale, cioè la sicurezza che il cliente la vuole, ma che se recede il compromesso per qualsiasi motivo, anche semplicemente perché ci ha ripensato, il venditore ha comunque speso il suo tempo trattenendo la caparra.

Questa caparra penitenziale non viene richiesta obbligatoriamente, ma solo in alcuni casi.

La restituzione come avviene

Una volta che le due controparti hanno deciso di avere la presenza di una caparra penitenziale, quando non c’è il recesso del contratto, allora il venditore non deve trattenere la caparra, ma restituirla al termine del contratto. In alternativa essa potrebbe perfino venire scalata dall’importo di versamento.

La restituzione avviene con bonifico, se essa è superiore alle 999 euro, altrimenti si restituisce in contanti, ma con una ricevuta di restituzione oppure di fronte al notaio.

Si può contestare se faccio recesso?

L’acquirente che ha deciso di recedere il contratto o si tira indietro, non potrà più avere la caparra penitenziale e di conseguenza la perde. Non si può quindi contestare. Sempre perché si era preso un impegno che poi non ha tenuto fede. Tuttavia se il venditore decide poi di non vendere più oppure per altri motivi non ha più intenzione di vendere al cliente, dovrà restituire la caparra penitenziale più un risarcimento dello stesso importo della caparra che è stata versata da parte dell’acquirente.

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