Le caratteristiche tecniche di DOT Coin: la criptovaluta di Polkadot

Le caratteristiche tecniche di DOT Coin: la criptovaluta di Polkadot

Polkadot è un protocollo di rete blockchain decentralizzato che consente a reti blockchain indipendenti di connettersi tra loro. Esso infatti utilizza una tecnologia interoperabile cross-chain altamente innovativa: il suo fondatore, Gavin Wood, è inoltre l’ex co-fondatore e Chief Technology Officer di Ethereum. Segui l’andamento di Polkadot per restare aggiornato sui suoi sviluppi.

La storia di Polkadot si intreccia con il passaggio dal web 2 al web 3: con la sua criptovaluta DOT, essa è più che preparata ad affrontare le sfide del web 3. Vediamo insieme come.

Come funziona Polkadot e gli usi di DOT

L’obiettivo principale di Polkadot è collegare tutti i protocolli decentralizzati direttamente tra loro e fornire la base necessaria alla nascita del web 3: un web di tutti ma con maggiore privacy. Per far questo essa promuove lo sviluppo di blockchain trasparenti e protocolli web decentralizzati per creare un internet in cui gli utenti possano avere un controllo maggiore sui propri dati personali e come questi vengono utilizzati.

L’ecosistema Polkadot è alimentato dalla criptovaluta DOT utilizzata per diversi scopi, quelli di governance, poiché tutti i possessori delle monete contribuiscono al processo decisionale, economici, poiché vengono premiati tramite DOT i validator della rete, ma anche staking, allocazione e slashing. In pratica è utilizzato per penalizzare validatori che agiscono in modo illecito e per decidere tramite allocazione a quali parachain assegnare gli slot.

Polkadot è una piattaforma completamente interoperabile che consente trasferimenti cross-blockchain semplificati, andando ben al di là dei soli trasferimenti di monete. Il suo sistema cross-chain supporta un’ampia varietà di trasferimenti di dati e risorse tra blockchain diverse, il che consente alle altre blockchain di diventare interoperabili tra loro.

Tutto l’ecosistema è economicamente scalabile grazie a un modello che consente ai validatori di rete interconnessi di garantire il consenso di più blockchain in maniera transazionale. Polkadot consente anche lo sviluppo di nuovi framework di applicazioni che collegandosi alla rete possono sfruttare la sua architettura e la sua interoperabilità in maniera del tutto semplificata.

Un’altra caratteristica della piattaforma è quella di poter essere aggiornabile integrando nuove funzionalità e correggendo rapidamente i bug senza richiedere la creazione di un fork, mantenendo il lavoro sempre efficiente. Ciò rende Polkadot estremamente flessibile e sicuro, poiché i dati restano trasparenti e le applicazioni possono interagire tra loro in modo democratico avendo una struttura di governance indipendente che funziona proprio per migliorare la sicurezza delle reti.

Curiosità su DOT

Polkadot ha l’appoggio di società come Web3 Foundation e Parity che sono un punto di riferimento nel mondo Crypto. Il sistema promosso è altamente innovativo e il ruolo della criptovaluta è fortemente legato al successo della piattaforma, consentendo sia la governance che lo staking. L’architettura di Polkadot ospita le cosiddette ParaChain, ossia piattaforme che vogliono sfruttare la sua struttura blockchain per poter sviluppare il proprio progetto, ottenendo degli slot che vengono assegnati tramite DOT.

Il meccanismo di consenso alla base di questa chain è chiamato Nominated-Proof-of-Stake e consiste in un sistema in cui i nominator bloccano i loro DOT per eleggere i validator che sono coloro che andranno a registrare i nuovi blocchi per le parachain. Tutti i validatori ottengono la stessa ricompensa. Si tratta di un meccanismo molto simile alla Proof-of-Stake in cui però i validator ottengono il diritto di registrare le transazioni solo una volta eletti dai Nominator. Tutto il sistema Polkadot è pensato per fornire un livello maggiore di scalabilità rispetto a Ethereum e il sistema NPoS fornisce maggiore efficienza grazie a un numero ridotto di validatori.

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